Cos’è la Cultura?

 

Questa domanda per molti potrebbe apparire banale, ma banale non lo è affatto. Col passare del tempo la parola Cultura ha avuto significati diversi e purtroppo da elemento che identificava sinteticamente la gestione del pensiero e del comportamento umano, è stata relegata a mero contenitore di intrattenimenti, spesso indegni di particolare attenzione. Basti pensare al fatto che oggi il ministero della cultura è affiancato a quello del turismo con il solito Ministro a occuparsene, come se le due cose fossero strettamente apparentate.

La cultura non è solamente quella che vediamo all’interno di un museo o nelle ormai desolate e spesso fatiscenti sale teatrali, ma è tutto ciò che siamo: le esperienze che abbiamo accumulato nella vita, la formazione che abbiamo conseguito, il nostro modo di reagire e il nostro modo di approcciarsi alla realtà che ci circonda. Tutto ciò che ci “accultura” si riflette poi in ogni aspetto della nostra vita.

Noi italiani abbiamo la fortuna di vivere in un paese che dal punto di vista del patrimonio culturale è il maggiore rappresentante mondiale. Ci basta passeggiare per una delle piccole strade delle nostre città, per rimanere incantati dinanzi ad una bellissima chiesa, o a un incredibile dettaglio nascosto dietro ad un angolo e tutto ciò, ce lo portiamo dentro, incastonato nelle nostre coscienze e nel nostro dna. Purtroppo spesso questa particolarità è data per scontata e nessuno ci presta mai la dovuta attenzione, ma è giunto il momento di aprire gli occhi e di rendersi conto di quale forza e risorsa abbiamo. Pensate che non abbia importanza essere cresciuti tra le strade di una città come Firenze, ad esempio, nella quale basta alzare gli occhi al cielo per essere avvolti dalla sua magnificienza? E questo vale per ogni singola cittadina del nostro Paese.

La forza del bagaglio culturale che ci portiamo dentro deve diventare il motore col quale far ripartire tutto il resto. Dobbiamo ri-imparare a osservare e non solamente  a vedere, a guardarci intorno, ad informarci, a studiare, a conoscere, ad ascoltare l’altro per poter tornare ad essere consapevolmente responsabili della nostra vita. Sono finiti i tempi nei quali delegare a qualcun altro ciò che è di nostro interesse. Nessuno potrà mai essere in grado di gestire al meglio la nostra vita se non noi stessi.

E’ giunto il momento di fermarsi un attimo e smetterla di rincorrere quel qualcosa al quale ormai non riusciamo più a dare un senso. Riprendiamoci in mano ciò che ci appartiene, ovvero la nostra identità e il nostro “senso della vita” prima che sia troppo tardi. Direte voi: siamo stanchi!!! Certo, anch’io sono stanco, stanco di non sapere più dove sto andando, stanco di sentire le solite frasi del tipo: “tanto ormai che ci vuoi fare?”, stanco di sentire la mia mente imprigionata nelle reti di un sistema corrotto e fasullo. Usciamo insieme dalla prigione che in tutti questi anni ci hanno, e abbiamo permesso ci venisse, meschinamente costruita intorno.

Come scriveva Zygmunt Bauman:

“…quando è la libertà a mancare, la sicurezza somiglia alla schiavitù o al carcere. E, quel che è peggio, il carcere, quando vi si resta rinchiusi per molto tempo ininterrottamente, senza poter provare un modo di essere alternativo, può addirittura spegnere il desiderio di libertà, e le capacità necessarie per esercitarla, finendo per essere avvertito non più come luogo oppressivo, ma come l’unico naturale ambiente di vita.”

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